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Avvicendamento in Ferrari, tensioni e voglia di riscatto

Avvicendamento in Ferrari, tensioni e voglia di riscatto

Autore: Gabriele Santoro - Redazione Economia
Data: 12/09/2014 11:38:45

 23 anni di presidenza Ferrari conditi da eccellenti risultati economici – il record di fatturato del 2012 è stato superato nel 2013 (2,3 miliardi di euro) nonostante l’autolimitazione nella produzione (-5,4% di unità) – e sportivi, con l’epopea di Michael Schumacher fra il 2000 ed il 2004 più l’acuto di Raikkonen nel 2007, senza dimenticare i titoli costruttori aggiuntivi nel 1999 e nel 2008. Il binomio Luca Cordero di Montezemolo/Cavallino Rampante si interrompe – di comune d’accordo – alla vigilia del sessantesimo anniversario della presenza della Ferrari in America. E con 27 milioni di buonuscita. Al suo posto, l’Ad Fiat Sergio Marchionne.

“È finito un ciclo”, si limita a dire Montezemolo, che però si mostra tranquillo, confidando “nel ruolo importante che l’azienda avrà in un momento chiave della vita del nostro azionista, cioè la quotazione a Wall Street. Avevo pensato di chiudere la carriera alla fine dell’anno prossimo”, ma vista l’occasione i tempi si sono accorciati. “È giusto che la fase nuova non la apra un ‘giovanissimo’ presidente qui da 23 anni ma l’amministratore delegato del gruppo”. Montezemolo conferma poi la permanenza di Amedeo Felisa come Ad Ferrari e la collocazione del gruppo come “fulcro del polo del lusso” con Maserati ed Alfa Romeo.

Puntuali i ringraziamenti di rito del presidente Fiat John Elkann, “a nome della famiglia e a titolo personale per quanto Luca ha fatto per Fiat e la Ferrari”, ricoprendo “diverse posizioni di responsabilità, condividendo con me momenti di difficoltà, ma anche di grande soddisfazione”. Oltre alla ricca buonuscita, Montezemolo incassa gli “auguri per il suo futuro professionale ed imprenditoriale, con la speranza, certamente condivisa, di vedere presto la Ferrari tornare a vincere”. Parole che dopo il disastro del Gran Premio di casa a Monza – Raikkonen nono, Alonso ritirato – assumono anche un peso particolare.

Già, perché Marchionne aveva lamentato insofferenza per le delusioni sportive di questo 2014, che non hanno aiutato, a detta di Montezemolo, nella “gestione delle incomprensioni”. Ma la fiducia è alta, “ci sono tutte le premesse per tornare a vincere”. Anche se tra le righe emerge una leggera tensione, confermata dalla dichiarazione di Marchionne, tra il serio ed il faceto, “ci siamo sopportati per dieci anni”, dopo il “nessuno è indispensabile” dei giorni appena trascorsi, quando affermava che la sostituzione di Montezemolo non era in agenda.

“Luca ed io siamo stati nominati lo stesso giorno consiglieri di amministrazione della Fiat”, prosegue Marchionne, “un anno dopo siamo diventati presidente lui ed amministratore delegato io. Abbiamo lavorato insieme nei primi anni condividendo preoccupazioni, problemi e successi. Il nostro comune desiderio di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista ci ha portato ad alcune incomprensioni che si sono manifestate pubblicamente lo scorso weekend – quello di Monza appunto (ndr) – ma voglio ringraziare personalmente Luca per quanto fatto per la Fiat, per la Ferrari e per me”.

Rispondendo ai timori per un avvenire all’estero del Cavallino, Marchionne chiarisce come “il disegno  per il futuro preservi l’autonomia strategica ed operativa di Maranello, che non può appoggiarsi ed entrare nel sistema di Fiat Chrysler. È osceno pensare che la Ferrari venga realizzata in un posto diverso. È nata e morirà italiana”.


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